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La discriminazione dei contenuti social

Ricordo quando ad un workshop di still life a Milano alcuni colleghi mi chiesero quale fosse la mia specializzazione, vale a dire: “Con cosa ti guadagni da vivere?”

Alla mia risposta: “I contenuti social” rimasero decisamente interdetti. Si perché se in passato c’è stato un periodo in cui il fotografo di serie B era quello di matrimonio (vai a capire perché), ora il fotografo di categoria addirittura Z è quello che si occupa dei social.

È pensiero comune che le foto per IG basti farle con il telefono, che “tanto i brand non vogliono investirci”, perché “è un secondo e passa oltre”. Parzialmente vero. Soprattutto la seconda ipotesi.

Infatti sui social si ha proprio una frazione di secondo per colpire l’utente. E farlo con una foto d’impatto e un contenuto di valore genera più engagement che farlo con una foto pagata zero, con un contenuto che dice poco e che rende probabilmente zero.

NB: non mi riferisco ai video di gente che si fa male.

Sono concetti estremamente banali. Ma forse non così comprensibili, vista la mole di post e immagini tutte uguali, e le richieste stesse di clienti (non miei per fortuna), che chiedono di realizzare contenuti “come il competitor, perché funziona”. Ehm… spoiler: no, il tuo competitor probabilmente ha avuto una bella idea, ma se la copi ci sono due problemi:

  1. potresti incappare in discrete rogne di diritti d’autore
  2. se fai un contenuto uguale al tuo competitor, probabilmente confonderai i tuoi clienti e se lui sta funzionando e tu no, probabilmente i tuoi potenziali clienti andranno da lui (perché sarà posizionato meglio, più conosciuto etc…).

 

Quindi no non servono budget stellari, serve il collaboratore giusto.

Il fotografo, il content creator, il copy e il smm bravo, è quello che con risorse adeguate è in grado di realizzare immagini, testi, argomenti di valore, che coinvolgano, che creino un sobbalzo all’utente. Non parliamo di zero soldi, ma nemmeno stiamo facendo una campagna di cartellonistica. Ma è sempre una campagna pubblicitaria. Deve essere curata, studiata con attenzione e amore e si, pagata, ma sarebbe meglio che entrasse in uso comune il concetto di investimento.

Nel mio archivio ho tante immagini che erano nate per i social, e sono state poi allargate ad adv su più canali, proprio perché create e pensate mirando a stupire.

Direste mai che questa immagine è per una pagina Facebook in occasione della festa della mamma?

Cantina Valpantena

La pagina è piccolina, eppure, sapendo come agire, sta riscuotendo dei bei numeri. E conversioni.

C’è un’idea originale, c’è una realizzazione semplice (per me). C’è un contesto, una connessione e l’emozione.

Questi sono i contenuti per i social media di valore.

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